XXIV SEME DI CONOSCENZA

INSEGNARE ED EDUCARE, LONGLIFE LEARNING E CRESCERE SEMPRE

Ogni alba ci sveglia
e sorride sorniona.
Ci scruta tra
geografie familiari e professionali,
in alfabeti di affetti e incombenze,
in parchi ludici solitari o affollati.
Il nostro è un dare e un avere ogni giorno,
con pesi e misure differenti.
Risultiamo insegnanti,
a volte senza che ce ne rendiamo conto,
ed educatori al tempo stesso,
comunque allievi sempre,
di noi stessi e di altri,
alla ricerca di qualcosa che ci manca,
forse la nostra stella,
e che ci completi in tasca
per stare al mondo,
nell’animo e nella mente
per stare con il nostro io profondo.
Ogni alba ci orienta
per trovare il nostro spazio tra le idee,
nelle relazioni e in tutte le cose,
per dare un senso alla nostra esistenza.

Ma sappiamo la differenza tra INSEGNARE ED EDUCARE?
Sembrano sinonimi,
ma insegnare è letteralmente “imprimere segni”
ed educare “condurre fuori”.
Sono processi complementari
che non si escludono a vicenda.
INSEGNARE È la capacità
di incidere qualcosa nell’intimo della persona,
è il saper trasmettere a qualcuno
una serie di cognizioni, strumenti, valori,
capaci di migliorare
le nostre esperienze.
INSEGNARE È la mano del maestro
che pianta sulla terra interiore
dell’allievo nuovi semi.
I pedagogisti Montaigne e Montessori
sostenevano che insegnare
non sia un riempire vasi,
ma accendere fuochi e far sgorgare sorgenti.

EDUCARE È
tirare fuori qualcosa da dentro,
accompagnare l’individuo
verso la fioritura
di piante interiori già presenti.
Chi educa deve cercare
di facilitare il processo
facendosi il più possibile da parte,
per permettere alla persona
di coltivare se stessa,
i propri talenti ancora acerbi,
e le proprie idee.

Sia gli insegnanti che gli educatori
devono avere
cuore e capacità
per immaginare il futuro,
l’evoluzione possibile
e la crescita potenziale dell’altra persona;
devono poter immaginare
la meraviglia presente
e futura dell’altro.
In questo consiste
la loro efficacia!

Ora conosciamo il senso attuale
dell’IMPARARE?
Questo verbo porta la nostra mente
su un banco di scuola,
forse si è fermato là,
o solo poco oltre.
Nella nostra società
quel termine ha ormai messo il turbo;
si è arricchito di aggiornamenti costanti e stage,
corsi extra-curriculari periodici,
meeting, workshop particolari
ed experience di ogni tipo,
in una sorta di psicoterapia del fare,
dell’imparare cose per la vita.

Ora imparare significa soprattutto “LIFELONG LEARNING”,
ossia la somma di apprendimenti
che durano tutta la vita,
senza interruzioni,
perché s’intrecciano
alla nostra stessa esistenza,
al percorso che disegniamo ogni giorno.

Tutto questo ci fa capire che,
ora più che mai,
insegnamenti ed educazione
non si concludono dopo la scuola,
altrimenti rischiamo
di restare fermi o indietro,
mentre la società va.

Quello che si impara
passa comunque sempre
attraverso la relazione che nasce
tra chi insegna e chi apprende.
Si tratta di continuare a sentirsi
un po’ studenti/studentesse,
umili, attenti e consapevoli,
anche se allo stesso tempo
si sarà educatori o insegnanti
per qualcun altro.
Bisognerà disporsi
al cambiamento,
alla trasformazione,
a diventare attivi e pro-attivi
nella danza della realtà,
che ci vede volteggiare tra saggezze e inesperienze,
che fa incontrare ciò che piace con ciò che si deve.
La vita collega
le variegate intelligenze
con le conoscenze,
le abilità con le competenze;
mette poi insieme
ciò che manca con ciò che completa.
Noi siamo l’unione
di quello che eravamo
e tutto ciò che diventiamo.

Sta’ sempre vicino a qualcosa che cresce,
che sia idea o progetto,
bambino o nuovo giorno,
pianta o fiore che sboccia!
L’incanto farà crescere
anche te
ogni giorno!

Cinzia Fortuni 2024

#semidiconoscenza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »