XXII SEME DI CONOSCENZA

SE VUOI ESSERE 

UNO STUDENTE FELICE 

TROVA UN VILLAGGIO, 

MUOVI CORPO, 

MENTE E MANO, 

FA’ QUALCHE STOP

E NEL DISORDINE CREA.

POI RIPARTI.

Dici villaggio e davanti ai tuoi occhi appare un’istantanea fatta di luce, cielo perfetto, terra rossa lontana, dove un maestro improvvisato traccia lettere su una vera lavagna e rapisce l’attenzione di bambini lì davanti, accovacciati su un tronco. Acacie forti e vigorose osservano la rinascita di quei bimbi e, sagge e compiaciute, incorniciano la scena. 

Dici studente e a te, genitore, quasi ti prude la pelle dai pensieri che, su due piedi,  trasbordano dalla tua mente, tanti sono quelli, 

che vorrebbero fuggire da te ed andarsene via.

Dici studente e tu, nonno, risenti le voci allegre di ore e i passi dei bimbi nei corridoi della scuola. Quel tempo, adesso, ti sembra solo felice, ma allora sudava assieme a te, per tutta la fatica dell’apprendere a memoria 

e di fare quei tanti segni della grafia, costretti a diventare belli ed eleganti.

Erano forze erculee, e non sapevi da dove. 

Dici studente e tu, 

maestro o professore, tutor, allenatore, 

educatore o logopedista, 

rizzi spontanee le antenne e ti metti sull’attenti. 

Qualsiasi ruolo tu abbia, 

ascolti, pensi e ponderi; 

smuovi le spalle e non è per il freddo. 

Ti sfreghi le mani per richiamare carburante di coraggio 

da ogni angolo del tuo essere. 

Poi lanci in aria i tuoi decreti, incurante o forse no, 

degli altri membri della tribù del sapere;

quelle sentenze 

ricadono giù all’istante 

e, come avvoltoi esperti, 

aleggiano intorno sulla giovane preda, 

pronti all’attacco 

e armati di giudizi severi 

per niente amici.

Ma in tutto questo DOVE STA LA BELLEZZA DELL’IMPARARE, 

di far sbocciare i talenti in giovani imberbi e fanciulle in fiore? 

Dove campeggia la potenza dell’intelligenza in azione? 

Dove cercare la felicità 

dell’oltrepassare la barriera dell’ignoranza 

per approdare nel mare libero della conoscenza 

e delle possibilità? 

Il buon Dante predicava sicuro: 

“Fasti non foste per viver come bruti, 

ma per seguire virtute e conoscenza.” 

Io lo traduco nell’essere viaggiatori appassionati e cacciatori curiosi 

di stelle, della propria, e di quelle per gli altri. 

Ecco il più valido degli insegnamenti. 

Fare dunque qualcosa, 

MUOVERSI CON LE GAMBE, certo, 

E CON LA MENTE.

Lo fanno ogni giorno tutti, in ogni tribù nel mondo, 

altrimenti si resta nuovi fuori solamente 

e caverne vuote dentro. 

NEL VIAGGIO DELLA VITA PUOI ANCHE FERMARTI. 

ANZI, DEVI FERMARTI. Non è una caduta.

LA SCUOLA È UNO STOP, si fa per dire, DAL CORRERE QUOTIDIANO, 

dalle preoccupazioni e dalla frenesia della società, 

che ti sfrigola tutta impietosa, ti cuoce a puntino,

ti profuma anche, e a volte ti brucia. 

FERMARSI PER CRESCERE, come una febbre speciale. 

A scuola sembri fermo, ma ti muovi, eccome se ti muovi!

FAI SLALOM tra infinite gare ad ostacoli, prove di ogni tipo, 

chiamale verifiche, invalsi, interrogazioni, 

quiz a crocette e a risposte multiple, 

comprensioni, riassunti e valutazioni. 

Tutto confezionato in modo ermetico e stringato, 

talvolta senza spiegazioni, in un lapalissiano parco e in arabo anche. 

Basta questo per far venire il mal di testa, 

per immaginare la  tua agenda oggi, 

da manager implume piuttosto affaccendato. 

In classe è quasi assente la calma sana;  

tra i banchi volano spesso 

gomme, pezzi di pane e chissà cos’altro,

pure in ore che esigerebbero un silenzio monacale; 

in classe sono poche le occasioni in gruppo, 

per riflessioni condivise e confronti nuovi, 

dove i superpoteri di ognuno 

vorrebbero essere guidati 

con pazienza e sapienza. 

Insomma, momenti per  creare. 

Pertanto così è quasi impossibile 

dare un nome ai propri sogni, 

iniziare ad inseguirli con atti concreti,  

e immaginare il proprio posto nel mondo. 

COSA SERVIREBBE ANCORA? 

Sviluppare il pensiero critico, 

saper esprimere sulle cose opinioni personali, almeno una, 

e infilare nella mente tutte le nozioni 

con un certo ordine logico e funzionale

al proprio percorso di crescita.

È QUINDI ORA UNA SCUOLA TUTTA NEGATIVA?!

No, affatto, a ben pensare, 

CREA ancora, IL DISORDINE. 

Penso al buono, a quello mentale creativo dei giganti

come Leonardo, Galilei o Einstein. 

Penso a quel genio 

che ognuno ha dentro, 

chiamalo talento, 

che può originare cose interessanti. 

E COME FARLO EMERGERE? 

‘Basta’ RESTARE UN PO’ 

NEL DUBBIO DEL DISORDINE 

E RIFLETTERE! 

In quei momenti sembra che il cervello si sia bloccato, 

in realtà si traveste da piccolo robot e va.

Percorre veloce i meandri della mente, 

rifà le vie dei neuroni. 

Cerca informazioni, 

quelle simili già sentite e immagazzinate, 

le vuole sovrapporre alle nuove dedizioni 

o sostituirle con le sue scoperte. 

Brama conferme o smentite 

e spara, comunque, nuove consapevolezze. 

E in questo processo SCRIVERE A MANO aiuta,  

anzi È FONDAMENTALE. 

Quando scriviamo, soprattutto in corsivo, 

siamo costretti a seguire il piano delle righe sul foglio, 

e diamo vita a un risultato molto variabile, 

a differenza di quanto accade quando usiamo il computer. 

Questa variabilità è un’occasione fenomenale 

perché è attraverso il disordine, la confusione e gli errori 

che è possibile osservare dentro le cose, 

conoscerle davvero, 

stupirsi e poi creare. 

Chi scrive su carta 

impara meglio a pensare, a gestire i ricordi 

e a generare idee; 

migliora la lettura e la scrittura 

che sono esercizi di ricordo e rafforzamento 

che chiedono entrambi un impegno artigianale e  meditativo. 

Sono anche esercizi di meraviglia che ci aiutano 

a incontrare dimensioni ancora inedite di noi.

La scrittura a mano 

offre vantaggi significativi anche agli adulti, 

non solo ai bambini.

È più vantaggioso prendere appunti su carta 

perché quando scrivi a mano 

stai sempre elaborando il materiale in diretta, 

gli dai forma, senso e sostanza. 

Quando digiti sulla tastiera, invece, 

non inneschi del tutto la tua capacità critica, 

e finisci con l’appuntare tutto in modo banale. 

Questo è un grosso problema, 

perché la contemplazione e l’organizzazione del testo 

aiutano moltissimo a migliorare la comprensione e la memoria. 

Non va però certamente demonizzata la tecnologia, 

va usata in parallelo. 

Nei momenti difficili, 

la scrittura su carta aumenta l’uso 

delle regioni pre-frontali del cervello 

coinvolte nell’espressione della nostra personalità 

e nei rapporti con gli altri; 

riduce l’attività dell’archivio della nostra memoria emozionale, 

che si occupa, in particolare, di gestire la paura  ( l’amigdala ). 

L’effetto è quello di imparare a riconoscere 

e a padroneggiare le proprie emozioni. 

Scrivere fa anche spazio dentro di noi. 

MAI PROVATA QUESTA SENSAZIONE? 

SAI COSA VUOL DIRE? 

Tu, studente, ti sei fermato e  hai pensato, 

hai ragionato in modo nuovo 

e arricchito il tuo bagaglio di conoscenze. 

ORA È TEMPO DI CREARE! 

Pensa, credi, sogna e osa:

crea il tuo disneyland personale!

ORA È TEMPO 

DI RIALZARSI, RIPARTIRE 

e fare surf sulle onde della tua vita! 

E noi, che ti stiamo attorno nel villaggio della conoscenza, 

rimettiamo subito al centro la persona. 

E poi tutto verrà da sé.  

Cinzia Fortuni 2024

#semidiconoscenza

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