SE VUOI ESSERE
UNO STUDENTE FELICE
TROVA UN VILLAGGIO,
MUOVI CORPO,
MENTE E MANO,
FA’ QUALCHE STOP
E NEL DISORDINE CREA.
POI RIPARTI.
Dici villaggio e davanti ai tuoi occhi appare un’istantanea fatta di luce, cielo perfetto, terra rossa lontana, dove un maestro improvvisato traccia lettere su una vera lavagna e rapisce l’attenzione di bambini lì davanti, accovacciati su un tronco. Acacie forti e vigorose osservano la rinascita di quei bimbi e, sagge e compiaciute, incorniciano la scena.
Dici studente e a te, genitore, quasi ti prude la pelle dai pensieri che, su due piedi, trasbordano dalla tua mente, tanti sono quelli,
che vorrebbero fuggire da te ed andarsene via.
Dici studente e tu, nonno, risenti le voci allegre di ore e i passi dei bimbi nei corridoi della scuola. Quel tempo, adesso, ti sembra solo felice, ma allora sudava assieme a te, per tutta la fatica dell’apprendere a memoria
e di fare quei tanti segni della grafia, costretti a diventare belli ed eleganti.
Erano forze erculee, e non sapevi da dove.
Dici studente e tu,
maestro o professore, tutor, allenatore,
educatore o logopedista,
rizzi spontanee le antenne e ti metti sull’attenti.
Qualsiasi ruolo tu abbia,
ascolti, pensi e ponderi;
smuovi le spalle e non è per il freddo.
Ti sfreghi le mani per richiamare carburante di coraggio
da ogni angolo del tuo essere.
Poi lanci in aria i tuoi decreti, incurante o forse no,
degli altri membri della tribù del sapere;
quelle sentenze
ricadono giù all’istante
e, come avvoltoi esperti,
aleggiano intorno sulla giovane preda,
pronti all’attacco
e armati di giudizi severi
per niente amici.
Ma in tutto questo DOVE STA LA BELLEZZA DELL’IMPARARE,
di far sbocciare i talenti in giovani imberbi e fanciulle in fiore?
Dove campeggia la potenza dell’intelligenza in azione?
Dove cercare la felicità
dell’oltrepassare la barriera dell’ignoranza
per approdare nel mare libero della conoscenza
e delle possibilità?
Il buon Dante predicava sicuro:
“Fasti non foste per viver come bruti,
ma per seguire virtute e conoscenza.”
Io lo traduco nell’essere viaggiatori appassionati e cacciatori curiosi
di stelle, della propria, e di quelle per gli altri.
Ecco il più valido degli insegnamenti.
Fare dunque qualcosa,
MUOVERSI CON LE GAMBE, certo,
E CON LA MENTE.
Lo fanno ogni giorno tutti, in ogni tribù nel mondo,
altrimenti si resta nuovi fuori solamente
e caverne vuote dentro.
NEL VIAGGIO DELLA VITA PUOI ANCHE FERMARTI.
ANZI, DEVI FERMARTI. Non è una caduta.
LA SCUOLA È UNO STOP, si fa per dire, DAL CORRERE QUOTIDIANO,
dalle preoccupazioni e dalla frenesia della società,
che ti sfrigola tutta impietosa, ti cuoce a puntino,
ti profuma anche, e a volte ti brucia.
FERMARSI PER CRESCERE, come una febbre speciale.
A scuola sembri fermo, ma ti muovi, eccome se ti muovi!
FAI SLALOM tra infinite gare ad ostacoli, prove di ogni tipo,
chiamale verifiche, invalsi, interrogazioni,
quiz a crocette e a risposte multiple,
comprensioni, riassunti e valutazioni.
Tutto confezionato in modo ermetico e stringato,
talvolta senza spiegazioni, in un lapalissiano parco e in arabo anche.
Basta questo per far venire il mal di testa,
per immaginare la tua agenda oggi,
da manager implume piuttosto affaccendato.
In classe è quasi assente la calma sana;
tra i banchi volano spesso
gomme, pezzi di pane e chissà cos’altro,
pure in ore che esigerebbero un silenzio monacale;
in classe sono poche le occasioni in gruppo,
per riflessioni condivise e confronti nuovi,
dove i superpoteri di ognuno
vorrebbero essere guidati
con pazienza e sapienza.
Insomma, momenti per creare.
Pertanto così è quasi impossibile
dare un nome ai propri sogni,
iniziare ad inseguirli con atti concreti,
e immaginare il proprio posto nel mondo.
COSA SERVIREBBE ANCORA?
Sviluppare il pensiero critico,
saper esprimere sulle cose opinioni personali, almeno una,
e infilare nella mente tutte le nozioni
con un certo ordine logico e funzionale
al proprio percorso di crescita.
È QUINDI ORA UNA SCUOLA TUTTA NEGATIVA?!
No, affatto, a ben pensare,
CREA ancora, IL DISORDINE.
Penso al buono, a quello mentale creativo dei giganti
come Leonardo, Galilei o Einstein.
Penso a quel genio
che ognuno ha dentro,
chiamalo talento,
che può originare cose interessanti.
E COME FARLO EMERGERE?
‘Basta’ RESTARE UN PO’
NEL DUBBIO DEL DISORDINE
E RIFLETTERE!
In quei momenti sembra che il cervello si sia bloccato,
in realtà si traveste da piccolo robot e va.
Percorre veloce i meandri della mente,
rifà le vie dei neuroni.
Cerca informazioni,
quelle simili già sentite e immagazzinate,
le vuole sovrapporre alle nuove dedizioni
o sostituirle con le sue scoperte.
Brama conferme o smentite
e spara, comunque, nuove consapevolezze.
E in questo processo SCRIVERE A MANO aiuta,
anzi È FONDAMENTALE.
Quando scriviamo, soprattutto in corsivo,
siamo costretti a seguire il piano delle righe sul foglio,
e diamo vita a un risultato molto variabile,
a differenza di quanto accade quando usiamo il computer.
Questa variabilità è un’occasione fenomenale
perché è attraverso il disordine, la confusione e gli errori
che è possibile osservare dentro le cose,
conoscerle davvero,
stupirsi e poi creare.
Chi scrive su carta
impara meglio a pensare, a gestire i ricordi
e a generare idee;
migliora la lettura e la scrittura
che sono esercizi di ricordo e rafforzamento
che chiedono entrambi un impegno artigianale e meditativo.
Sono anche esercizi di meraviglia che ci aiutano
a incontrare dimensioni ancora inedite di noi.
La scrittura a mano
offre vantaggi significativi anche agli adulti,
non solo ai bambini.
È più vantaggioso prendere appunti su carta
perché quando scrivi a mano
stai sempre elaborando il materiale in diretta,
gli dai forma, senso e sostanza.
Quando digiti sulla tastiera, invece,
non inneschi del tutto la tua capacità critica,
e finisci con l’appuntare tutto in modo banale.
Questo è un grosso problema,
perché la contemplazione e l’organizzazione del testo
aiutano moltissimo a migliorare la comprensione e la memoria.
Non va però certamente demonizzata la tecnologia,
va usata in parallelo.
Nei momenti difficili,
la scrittura su carta aumenta l’uso
delle regioni pre-frontali del cervello
coinvolte nell’espressione della nostra personalità
e nei rapporti con gli altri;
riduce l’attività dell’archivio della nostra memoria emozionale,
che si occupa, in particolare, di gestire la paura ( l’amigdala ).
L’effetto è quello di imparare a riconoscere
e a padroneggiare le proprie emozioni.
Scrivere fa anche spazio dentro di noi.
MAI PROVATA QUESTA SENSAZIONE?
SAI COSA VUOL DIRE?
Tu, studente, ti sei fermato e hai pensato,
hai ragionato in modo nuovo
e arricchito il tuo bagaglio di conoscenze.
ORA È TEMPO DI CREARE!
Pensa, credi, sogna e osa:
crea il tuo disneyland personale!
ORA È TEMPO
DI RIALZARSI, RIPARTIRE
e fare surf sulle onde della tua vita!
E noi, che ti stiamo attorno nel villaggio della conoscenza,
rimettiamo subito al centro la persona.
E poi tutto verrà da sé.
Cinzia Fortuni 2024
#semidiconoscenza