LA GRAMMATICA ITALIANA: CHE BARBA, CHE NOIA ANCORA?
IL ‘VERBO’ NEL PARLARE VS COMUNICARE
LINGUAGGIO FIGURATO
Ci sono cose che hanno una vita sola,
come certe materie a scuola,
altre che ne hanno infinite.
La grammatica italiana è una di queste.
Cominci con l’analisi grammaticale
parola per parola,
monotonia galattica
su infinite righe.
Poi prosegui
con quella logica,
che di logico sembra avere poco.
In terzo luogo ecco l’analisi del periodo,
ti catapulti in strutture strane
che ritroverai anche nelle lingue straniere,
doppio beneficio ti dici,
e così deglutisci meglio
la pillola delle tue fatiche.
La noia in tutto questo
sembra non finire mai
e riderci su quasi impossibile,
ma è ciò che resta da fare, credi,
e ballare la cumbia, ah ah.
Il comico Giobbe Covatta ha affermato serioso che
“ In principio era il Verbo, … il complemento oggetto venne molto dopo.”
Così facendo si è preso gioco delle analisi
e di altro … e noi sorridiamo beffardi.
il VERBO con la vi maiuscola
rimanda a luoghi di preghiera silenziosi
dove il suo significato è ben altro.
VERBO, infatti, è una parola arcaica
derivante dal Latino “verbum”, ossia ‘parola’,
che, a sua volta, viene tradotta
dalla filosofia greca classica,
in ‘LOGOS’, cioè ‘PENSIERO’ e ‘PAROLA’.
Ora, se il ‘pensiero’ è il dialogo interiore secondo ragione,
la ‘parola’ è la manifestazione concreta del pensiero.
La Teologia cattolica
indica Cristo,
oltre che Figlio divino,
anche come ‘il Verbo’ fatto uomo,
che riunisce perciò in sé
il pensiero e la Parola di Dio.
Sei stupito di cotanta celata verità
in quella apparente comicità?
Beh, ora magari puoi
convertire in divertimento,
o almeno in dovere contenuto,
i grattacapi della grammatica,
che va in ogni caso studiata
tenendo conto della vivacità e dell’evoluzione della lingua.
Dici verbo
e pensi alla lingua che lo contiene,
al PARLARE in senso lato,
che è una cosa lontana dal COMUNICARE.
In che modo?
PARLARE è buttare all’aria parole e frasi
come si delineano nella mente,
in bell’ordine o nel caos più completo;
COMUNICARE vuol dire
scambio e condividere,
informare e influenzare,
giudicare e criticare,
insistere e litigare,
comandare e aggredire.
Mentre parli, scatta in te
la tua parte inconscia.
Per comunicare hai bisogno
di imparare a fare domande produttive
creando prima un rapporto con l’altro.
La tua comunicazione può essere
emotiva o tecnica
a seconda delle situazioni.
In ogni caso il buon comunicatore
non da mai nulla per scontato;
unisce il suo pensiero con la parola,
che diventano intenzione ed azione,
il suo logos.
Impara anche tu a trasformare i tuoi discorsi!
Diventerai un Eschilo moderno,
un erede cioè di quel poeta greco
che introdusse la seconda maschera
nel teatro dell’epoca davanti al coro,
rendendo i monologhi interiori
veri dialoghi comprensibili.
In questo tempo
che vede il correre umano costante,
il crescere, l’accumulare
aumentando il fatturato di esperienze,
come si fa con quello di un’impresa,
il nostro Italiano di studio e lavoro
si fa spesso prendere
dai modi spicci del T9 su e-devices
e soffre ancora di ‘congiuntivite’ ahimè,
complice anche la fretta,
e noi non lo curiamo abbastanza
con la dovuta attenzione e l’etimologia,
limitandolo perfino troppo dalle faccine 😊 e ❤️,
a volte poco chiare,
senza andare oltre.
Il nostro scrivere attuale
è pigro e strizza l’occhio a un nuovo ‘linguaggio figurato’,
fatto di modalità alternative.
A te propongo invece una sosta per
RISPOLVERARE QUALCHE LINGUAGGIO FIGURATO CLASSICO
e declinarlo in chiave moderna.
HAI VOGLIA DI DARE SPAZIO AL GIOCO?
Pet primo va’ a rivedere nel mio blog IX
le ‘famose’ metafore e similitudini,
e poi leggi qua.
Ne ho scelte alcune
che possono riscaldare le tue espressioni
e far vibrare l’anima del lettore
che ti leggerà o ascolterà.
La METONIMIA consiste nell’Indicare una cosa
con il nome di un’altra cosa
legata a quella originale da un’aggiunta materiale o logica.
Es. “Paolo non ha molto orecchio.”
“Il museo ha comperato un Picasso.”
C’è poi l’ANTONOMASIA che consiste nell’’usare un nome proprio
di un personaggio o un luogo
come un nome comune
per indicare una persona ( o un luogo )
che ne presenta le caratteristiche, i pregi o i limiti.
Es. “Questa stanza è una siberia.”
“Il nuovo capo è un attila.”
“Quel signore è un vero mecenate.”
Ti segnalo anche l’ALLEGORIA, un’altra figura retorica,
che sotto il senso letterale delle parole,
vela una verità o un pensiero profondo.
Trovi tanti esempi illustri nelle opere di
Dante, Petrarca, Boccaccio, Leopardi e Pascoli.
come ‘La Divina Commedia’ di Dante, ‘l’Amorosa Visione’ di Boccaccio,
‘Vecchierel bianco, infermo.’ di Leopardi.
Infine, per oggi, L’IPERBOLE, o esagerazione.
Consiste nel dare rilievo
a un concetto aumentandone o diminuendone esageratamente il valore.
Es. “Te l’ho detto mille volte!”
“Berrei volentieri un goccio di vino!”
Troppo complicati o sofisticati questi artifici?
Pensa alla figura, bella davvero, che potresti fare tu,
aumentando anche la tua buona reputazione!
Non sono difficili, a patto che ti ci metti di buon lena!
FORZA, LIBERA LA TUA FANTASIA E CREATIVITÀ
E CREA NUOVE ALLEGORIE!
Così unirai sapientemente le tue nozioni
geo-storiche, l’Epica, la Poesia e l’Antologia,
dando loro nuove ragioni per esistere
nel tuo panorama formativo,
e un soffio fresco di vita
a tanti geni italiani
rendendoli eterni supereroi!
STUDIA LA GRAMMATICA
PER COMUNICARE BENE IN ITALIANO!
Potrai diventare un Artista anche tu
e un Italiano moderno di nome e di fatto,
assieme a Poeti, Santi e Navigatori
di un popolo famoso
che continua a meravigliare il mondo
per tante strabilianti ragioni.
Cinzia Fortuni 2024
#semidiconoscenza