XXIX SEME DI CONOSCENZA

LA GRAMMATICA ITALIANA: CHE BARBA, CHE  NOIA ANCORA?  

IL ‘VERBO’ NEL PARLARE VS COMUNICARE 

LINGUAGGIO FIGURATO

Ci sono cose che hanno una vita sola, 

come certe materie a scuola, 

altre che ne hanno infinite.

La grammatica italiana è una di queste. 

Cominci con l’analisi grammaticale

parola per parola,

monotonia galattica

su infinite righe. 

Poi prosegui

con quella logica, 

che di logico sembra avere poco.

In terzo luogo ecco l’analisi del periodo, 

ti catapulti in strutture strane

che ritroverai anche nelle lingue straniere,

doppio beneficio ti dici, 

e così deglutisci meglio 

la pillola delle tue fatiche.

La noia in tutto questo

sembra non finire mai 

e riderci su quasi impossibile,

ma è ciò che resta da fare, credi, 

e ballare la cumbia,  ah ah. 

Il comico Giobbe Covatta ha affermato serioso che  

“ In principio era  il Verbo, … il complemento oggetto venne molto dopo.” 

Così facendo si è preso gioco delle analisi 

e di altro …  e noi sorridiamo beffardi.

il VERBO con la vi maiuscola

rimanda a luoghi di preghiera silenziosi 

dove il suo significato è ben altro.

VERBO, infatti, è una parola arcaica

derivante dal Latino “verbum”, ossia ‘parola’,

che, a sua volta, viene tradotta

dalla filosofia greca classica,

in ‘LOGOS’, cioè ‘PENSIERO’ e ‘PAROLA’.  

Ora, se il ‘pensiero’ è il dialogo interiore secondo ragione,

la ‘parola’ è la manifestazione concreta del pensiero.

La Teologia cattolica 

indica Cristo, 

oltre che Figlio divino, 

anche come ‘il Verbo’ fatto uomo, 

che riunisce perciò in sé 

il pensiero e la Parola di Dio.

Sei stupito di cotanta celata verità 

in quella apparente comicità? 

Beh, ora magari puoi  

convertire in divertimento,  

o almeno in dovere contenuto,  

i grattacapi della grammatica, 

che va in ogni caso studiata 

tenendo conto della vivacità e dell’evoluzione della lingua. 

Dici verbo  

e pensi alla lingua che lo contiene, 

al PARLARE in senso lato, 

che è una cosa lontana dal COMUNICARE.

In che modo?

PARLARE è buttare all’aria parole e frasi 

come si delineano nella mente,

in bell’ordine o nel caos più completo;

COMUNICARE  vuol dire  

scambio e condividere, 

informare e influenzare, 

giudicare e criticare,

insistere e litigare,

comandare e aggredire. 

Mentre parli, scatta in te 

la tua parte inconscia.

Per comunicare hai bisogno 

di imparare a fare domande produttive 

creando prima un rapporto con l’altro.

La tua comunicazione può essere 

emotiva o tecnica 

a seconda delle situazioni.

In ogni caso il buon comunicatore 

non da mai nulla per scontato;

unisce  il suo pensiero con la parola,

che diventano intenzione ed azione,  

il suo logos.

Impara anche tu a trasformare i tuoi discorsi! 

Diventerai un Eschilo moderno, 

un erede cioè di quel poeta greco 

che introdusse la seconda maschera 

nel teatro dell’epoca davanti al coro, 

rendendo i monologhi interiori 

veri dialoghi comprensibili.  

In questo tempo

che vede il correre umano costante,

il crescere, l’accumulare 

aumentando il fatturato di esperienze, 

come si fa con quello di un’impresa,  

il nostro Italiano di studio e lavoro 

si fa spesso prendere 

dai modi spicci del T9 su e-devices 

e soffre ancora di ‘congiuntivite’ ahimè, 

complice anche la fretta, 

e noi non lo curiamo abbastanza 

con la dovuta attenzione e l’etimologia, 

limitandolo perfino troppo dalle faccine 😊 e ❤️, 

a volte poco chiare,

senza andare oltre.

Il nostro scrivere attuale 

è pigro e strizza l’occhio a un nuovo ‘linguaggio  figurato’,

fatto di  modalità alternative. 

A te propongo invece una sosta per 

RISPOLVERARE  QUALCHE LINGUAGGIO FIGURATO CLASSICO

e declinarlo in chiave moderna.  

HAI VOGLIA DI DARE SPAZIO AL GIOCO? 

Pet primo va’ a rivedere nel mio blog IX

le ‘famose’ metafore e similitudini, 

e poi leggi qua. 

Ne ho scelte alcune 

che possono riscaldare le tue espressioni 

e far vibrare l’anima del lettore

che ti leggerà o ascolterà. 

La METONIMIA consiste nell’Indicare una cosa 

con il nome di un’altra cosa 

legata a quella originale da un’aggiunta materiale o logica.

Es. “Paolo non ha molto orecchio.”

“Il museo ha comperato un Picasso.” 

C’è poi l’ANTONOMASIA che consiste nell’’usare un nome proprio 

di  un personaggio o un luogo 

come un nome comune 

per indicare una persona ( o un luogo ) 

che ne presenta le caratteristiche, i pregi o i limiti.

Es. “Questa stanza è una siberia.”

“Il nuovo capo è un attila.”

“Quel signore è un vero mecenate.”

Ti segnalo anche l’ALLEGORIA, un’altra figura retorica,  

che sotto il senso letterale delle parole, 

vela una verità o un pensiero profondo.

Trovi tanti esempi illustri nelle opere di 

Dante, Petrarca, Boccaccio, Leopardi e Pascoli.

come ‘La Divina Commedia’ di Dante, ‘l’Amorosa Visione’ di Boccaccio,

‘Vecchierel bianco, infermo.’ di Leopardi.

Infine, per oggi, L’IPERBOLE, o esagerazione.

Consiste nel dare rilievo 

a un concetto aumentandone o diminuendone esageratamente il valore.

Es. “Te l’ho detto mille volte!”

“Berrei volentieri un goccio di vino!”

Troppo complicati o sofisticati questi artifici?

Pensa alla figura, bella davvero, che potresti fare tu,

aumentando anche la tua buona reputazione! 

Non sono difficili, a patto che ti ci metti di buon lena! 

FORZA, LIBERA LA TUA FANTASIA E CREATIVITÀ

E CREA NUOVE ALLEGORIE! 

Così unirai sapientemente le tue nozioni 

geo-storiche, l’Epica, la Poesia e l’Antologia, 

dando loro nuove ragioni per esistere 

nel tuo panorama formativo, 

e un soffio fresco di vita 

a tanti geni italiani

rendendoli eterni supereroi! 

STUDIA LA GRAMMATICA

PER COMUNICARE BENE IN ITALIANO! 

Potrai diventare un Artista anche tu 

e un Italiano moderno di nome e di fatto, 

assieme a Poeti, Santi e Navigatori

di un popolo famoso 

che continua a meravigliare il mondo 

per tante strabilianti ragioni. 

Cinzia Fortuni 2024

#semidiconoscenza

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