È una provocazione, lo so…
Da molte settimane siamo chiusi in casa.
Panico, confusione, mutismo e rassegnazione.
Solo cupe emozioni, tante regole e poche briciole di libertà.
Tutto è cominciato, sembra, da un pipistrello dagli occhi a mandorla. Chissà dove andava, cosa faceva in quella regione del Paese del Dragone… e per noi ha indossato i panni infimi di nemico invisibile: il corona virus!
Ha scompigliato le nostre esistenze, allungato le distanze, allontanato i nostri affetti.
Ha riunito tanti problemi del mondo, innalzato nuove barriere tra i governi, le nazioni e le regioni.
Ha creato un’unica lingua per solidarietà tra le persone.
Abbiamo scoperto presto nuovi modi di lavorare, studiare, amare, apprendere ponendo davanti il prefisso ‘tele’ o, se preferisci, ‘on line’.
In coda alla fila del nostro essere Italiani, come santi, poeti e navigatori, abbiamo aggiunto panificatori.
Insomma, ha scombinato le carte del nostro vivere!
E in questo tempo, da reclusi, ci viene spontaneo pensare alle possibili cause: inquinamento ambientale, sfruttamento smisurato delle risorse naturali, eventi ciclici, eccessive libertà, interpretazioni fluide della vita, ribellione della natura, dell’universo, punizioni divine e chissà cos’altro …
Troppo di tutto in ordine sparso!
Gli effetti si riversano senza pietà sulla salute, l’economia, sul nostro umore. Sul nostro tutto quotidiano.
E le soluzioni sembrano tante, ognuno dice la sua.
Il fatto è che dietro a sigle come Covid-19, soluzione in 4D (distanza, digitalizzazione, dispositivi e diagnosi) ci sono vite spezzate per sempre, piegate, distrutte, afflitte e preoccupate. La speranza va a braccetto con l’insicurezza!
Ora, cosa possiamo fare noi? Siamo blindati, certo, e ci siamo adattati, è nella nostra natura, ma i nostri pensieri e le nostre parole no!
Tu, alla luce di questa strana esperienza, cosa proporresti per ricreare la normalità globale?
In che modo ti riprenderesti la primavera che ti è stata portata via?
Come un uovo, che freme per schiudersi alla vita, così tu scalpiti per iniziare a scrivere le giornate del dopo.
Anche tu nel ‘tuo piccolo’, ma ora con più saggezza.
Perché questo tempo sospeso non sia stato vano.
Cinzia Fortuni 2020
#semidiconoscenza